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18 LUNE (Masua)

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“18 lune”, l’ultima nata sulle scogliere di Masua, si sviluppa sulla parete più alta e selvaggia della Scogliera, non a caso rimasta vergine sino ad oggi. La linea di salita va a cercare i tratti di roccia migliore in una parete complessa: tutto sommato l’arrampicata è piacevole con qualche tiro sopra le righe, sia come difficoltà che come bellezza. Un itinerario sicuramente meno tecnico e bello di Hard o Soft o Garfield, ma di impegno decisamente superiore, considerato che dalla via non si può scendere se si è optato per un accesso dall’alto. L’ambiente ed i panorami sono strepitosi.

Avvicinamento: si può comodamente arrivare all’attacco in barca in circa 10 minuti da Masua, l’approdo è nella caletta appena a sinistra di Porto Flavia. Se non si ha questa possibilità lasciare l’auto al parcheggio della Miniera di Masua. Ritornare indietro, attraversare il ponte e oltrepassare il cancello seguendo il Sentiero Miniere nel Blu. A primo bivio a sinistra, passare sotto la falesia Wild Ca Da Pria e proseguire traversando. Il sentiero ora sale decisamente, passare una scaletta in ferro e poi una corda fissa. Traversare ora sino al punto panoramico da dove si vede per la prima volta il Pan di Zucchero. Da qui ancora 10 minuti su sentiero sino su un vago colle. Lo si oltrepassa e dopo 100 metri si segue una traccia a sinistra (cordino arancione su ginepro) nella macchia (ometti) verso la sommità rocciosa che caratterizza il termine della parete  (1h dal parcheggio).

Relazione: dagli scogli salire verso sinistra sino al limite sinistro di una cengia, S0. Salire in diagonale per roccia rossa delicata, quindi traversare decisamente a destra con movimenti difficili, S1, 35m (6a+, 6b se si traversa in alto, via originale). Salire sopra la sosta sino in un catino, quindi a destra per roccia bianca, S2, 30m (5c, chiodatura distanziata). Proseguire per una facile placca bianca di roccia bellissima, uscendo sulla cengia inclinata. Portarsi alla base della parete superiore, S3, 30m (4c). Salire un vago diedro sino su un gradino, S4, 15m (5b). Traversare a destra per bella roccia bianca e marrone, scalare un pilastrino ben provvisto di prese, S5, 20m (5a). Portarsi a destra in un diedro dall’apparenza difficile ma con buone prese uscendo su un bel terrazzino, S6, 15m (5c). L5 e L6 possono essere unite. Facilmente sino alla base della parete verticale superiore, S7, 15m (4a). Scalare una bellissima serie di fessure, verticale e continua, S8, 30m (6a+). A sinistra su un muretto per prendere una fessura diedro verticale di roccia splendida ed abrasiva, S9, 35m (5c+). Seguire ora una placca inclinata di roccia bianca bellissima che si raddrizza verso la fine, S10, 35m (5c). A sinistra in un diedro verticale che offre ancora un breve passaggio, S11, 25m (5a).

Discesa: nel caso si sia arrivati in barca si può scendere in doppia anche con una sola corda da 80m (attenzione, qualche doppia diagonale, fare doppie corte). Altrimenti salire sulla sommità rocciosa, scendere al colletto tra questa e la cima più alta del pilastro. Non salire ma scendere a sinistra per una traccia (ometti), poi salire decisamente nella macchia sempre seguendo il varco sino sul sentiero Miniere nel Blu (10 minuti). Per questo al parcheggio (35 minuti).

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SULLA MAPPA

Maurizio Oviglia

Maurizio Oviglia (Torino, 9 giugno 1963) è un alpinista, arrampicatore e scrittore italiano. Ha aperto più di tremila vie nuove soprattutto nelle Alpi, in Sardegna, Sicilia e Corsica ma anche in Venezuela, Marocco, Turchia e Messico. Con i suoi libri e le sue fotografie ha contribuito a far conoscere in tutto il mondo l’arrampicata sportiva in Sardegna, dove ha aperto un gran numero di itinerari.